Tuesday, July 10, 2012

Once, I had a dream...

Mercoledì 11 luglio 2012, ore 1.02. Il cielo ricomincia a scurisi, anche se basta dare un'occhiata verso l'artico per vedere la luce di mezzanotte. Una serata un po' malinconica, ma sulla via del ritorno alla vita normale, dopo aver salutato due cari amici che forse non rivedrò mai più. Un quadretto di cioccolata e un tea con un'amica per rallegrare la serata, provando a fare dei porta candele con delle bottiglie di vino facendo colare la cera sopra per abbellire la stanza. E la notte avanza, rinasce piano piano dopo la mezza estate. Il buio mi ricorda il sogno di questa notte, strano e impossibile da interpretare. C'era un buio intenso, un'atmosfera rilassante. Forse era tutto il buio di cui avevo bisogno dopo due mesi di luce eterna mi trovavo in una piccola barca bianca in compagnia della mia amica Fulvia, stavamo remando verdo una meta indefinita ma eravamo alla ricerca di qualcosa. L'acqua aveva lo stesso colore del cielo, blu intenso, e le onde si potevano distiguere solo grazie al riflesso della luna (piena e molto luminosa, ma non troppo grande) che ne faceva brillare la cresta. Era un mare calmo, ma non immobile. Io e la Fulvia eravamo alla ricerca di qualcosa di non identificato, forse della nostra amica Simona che avevamo salutato poche ore prima di andare a dormire. Io non capivo bene dove fossi finita ma non avevo paura. Era una sensazione strana, la barca andava avanti in un modo insolito, a volte sembrava ferma e a volte sembrava che seguise una specie di scia nel mare andando un po' sotto acqua e facendone entrare dentro. Io non ero sicurissima di quello che stessimo facendo, ma la mia amica continuava a sollecitarmi col suo temperamento da investigatrice. Ad un certo punto mi ritrovo in una barca simile assieme al professore di filologia norrena e ad altri ex compagni di corso. Dovevamo trovare delle tavolette con delle iscrizioni runiche che stavano sotto acqua, ma subito dopo la nostra barca è stata spostata 21 ore più a destra, ma poi siamo ritornati indietro. Sul più bello è suonata la sveglia, anzi no, sono stata svegliata dalla luce malefica che filtrava attraverso le tende e dalla musica esageratamente alta dell'indiano che abita nel piano sopra.
Sarà la voglia repressa di andare al mare ancora una volta, forse, o l'estremo bisogno di buio per rilassare gli occhi e la mente. Mi piace far sprigionare la fantasia e l'immaginazione. Il mare notturno e i porta candele con le bottiglie di vino mi hanno fatto pensare alla stiva di una nave dei pirati. E il buio mi invoglia a dormire più profondamente e a sognare ancora...

"Stranezze" norvegesi

Un po' di cose che a noi sembrano strane ma qui sono del tutto normali.

In Norvegia :
- è legale togliersi le scarpe e andare in giro scalzi nei luoghi pubblici (anche in biblioteca) senza che nasca una congiura contro i tuoi piedi;
- la gente mangia sempre, in ogni luogo e in ogni occaione (anche a lezione e in tram). Se devono trascorrere tanto tempo fuori casa si portano dietro una quantità di cibo sufficiente a sfamare un'esercito. Se ti capita confessi di aver saltato un pasto i norvegesi ti chiedono se stai poco bene e si preoccupano per la tua alimentazione, un po' come fa la nonna;
- la gente si toglie la maglietta se fuori nevica;
- la gente si toglie la maglietta se hanno freddo;
- la gente si toglie la maglietta se fuori c'è il sole, compresi i ragazzi che portano in giro i bimbi dell'asilo;
- la gente non ti saluta se ti incontra per strada a meno che non ti conoscano bene;
- i norvegesi considerano il weekend assolutamente sacro e lo santificano come si deve, i negozi e i luoghi pubblici tipo le biblioteche chiudono verso le 4pm e le feste iniziano dalle 3pm;
- se fai sport vieni considerato una persona sana e normale (anche in caso tu abbia seri  problemi mentali);
- dopo un'ora di step le ragazze sono perfette, col trucco intatto e senza una capello fuori posto;
- appena la gente vede uno spiraglio di sole perde il controllo e spariscono tutti fuori a godersi la luce;
- le case hanno le rocce nello scantinato;
- i vecchietti scalano le montagne e ti superano se cammini troppo piano;
- in un pub ci si può distendere con i piedi sul divano, con tanto di pleid a disposizione del cliente;
- un panino senza burro è una cosa inconcepibile;
- ringraziano sempre, anche per le cose "scontate" tipo ascoltare l'insegnante a lezione o per aver ricevuto  un'e-mail. Se non ringrazi significa che non hai gradito il favore che ti è stato fatto o che le persone con le quali hai passato la serata ti stanno antipatiche;
- il concetto di ritardo non esiste, arrivi tardi se arrivi puntuale all'appuntamento. Per essere in orario devi presentarti 5-10 minuti prima;
- sanno fare una fila e non tentano a tutti i costi di passarti davanti;
- cenano alle 4 pm;
-ai genitori norvegesi non interessa che il figlio sia il più bravo della classe, non si ubriachi, sia mentalmente instabile... basta che faccia sport e passi almeno un parte della settimana all'aria aperta (anche con la neve), allora si che il figlio è sano;
- i bambini sono educati fin dalla tenera età a scalare montagne.

Se mi verranno in mente altre cose strane aggiornerò la lista.

Sunday, June 24, 2012

Heaven cries over Bergen

Credo che non sarei più in grado di svegliarmi, aprire la finestra per arieggiare la stanza ed essere accecata dal sole potente e dal clima umido e afoso del Mediterraneo, per poi far cadere lo sguardo sulla casa dei vicini no appena l'effetto abbagliante della luce di mezzaestate svanisce, come ai vecchi tempi.
Da un paio di mesi la finestra di camera mia rimane costantemente aperta, giorno e notte. Oggi, dovendo stare fuori fino a prima di cena, l'ho chiusa perchè temevo che la pioggia potesse entrare e appena tornata a casa ho sentito un' abissale mancanza di ossigeno, come quando ci si ritrova in un ascensore assieme ad altre otto persone. Poco tempo fa la moltitudine di acqua che è precipitata dal cielo era talmente tanta che si poteva udire tutta la sua pesantezza e il suo carico, tanto da coprire il volume della radio. E il cielo, il paesaggio, il verde... Tutto ciò riesce sempre a distogliere la mia attenzione da quello che faccio. Solo il fatto di ritrovarmi a di sbattere gli occhi sulle montagne (in un certo senso quasi "costretta" perchè è impossibile vedere altro nei dintorni) mi compiace.
Se potessi descrivere Bergen con i colori questi sarebbero il verde e il grigio. Il verde comprende tutto quello che si trova nei paragi, il grigio tutto quello che sta al di sopra del "prato in mezzo alle montagne". Il cielo è immenso e silenzioso. Le nuvole incombono e si espandono lentamente. Basse e fitte, coprono le cime delle montagne, si sfumano e svaniscono in mezzo ai sempreverdi. Ma dopo mezz'oretta tutto finisce, si ha quella sensazione della "quiete dopo la tempesta, col venticello fresco e delicato che entra in camera e torna quella poca luce che traspare dalle nubi, prima di sparire dietro le alture.
"Heaven cries over Bergen" (Over Bjoergvin graater himmerik, Taake quotation). E' proprio una bella metafora per descrivere l'enorme e continua quantità di acqua che si riversa sulla città e allo stesso tempo quella leggera sensazione di malinconia e desolazione, che sa un po' di luogo abbandonato a se stesso ma allo stesso tempo unico e inimitabile. 

Saturday, April 21, 2012

Out of the window

Quando si dice che un'immagine vale più di mille parole... 


E' tutto così tranquillo e silenzioso in questa terra. Manca persino il frusciare del vento. Forse perchè le foglie sugli alberi devono ancora germogliare. Aspettando la primavera che sembra non voler più arrivare, guardano quel che rimane del sole svanire dietro le montagne, assaporando un tea caldo che sa d'inverno, col vento fresco e debole che si struscia sulle mani e sul collo, fissando lo sguardo sul crepuscolo che si riflette sulla vetrata della finestra, tutto capovolto, sembra quasi la fine del mondo. Ma non è niente di più di quello che si vede dalla mia camera.

Così semplice ed efficace, rispecchia proprio la Norvegia. 

Sunday, April 1, 2012

Hyttetur/Hansatur

Oltre a studiare e a lavorare, poco dopo il mio arrivo a Bergen, mi sono iscritta ad un'associazione di studenti che organizza concerti. Lavoro una o due sere al mese e in cambio ho concerti gratis, ma soprattutto tanti amici e serate passate in compagnia.
Tra le tante attività per stare insieme e socializzare vengono organizzate, una o due volte a semestre, un finesettimana sulla neve e una giornata in visita alla birreria di Bergen.


Hyttetur

Letteralmente "viaggio in baita", un weekend in mezzo ai monti a bere come se non ci fosse un domani.

Itinerario di viaggio:

Giorno 1

Ore 16: ritrovo davanti al vinmonopolet (che coincidenza XD) diretti verso la stazione dei bus. Dopo 10 minuti dalla partenza si stappa la Jäger.
Ore 17: trasferimento dalla fermata sbagliata del bus alla baita tramite un furgoncino. Saluto casuale ai camionisti e scritte sul finestrino. 10 persone vengono caricate nella parte posteriore sopra qualche strato di casse di birra. Adesso capisco cosa provano i cinesi :/.
Ore 17.10: arrivo e trasferimento materia prima all'interno della baita. Da brave persone, ognuno porta la sua cassa di birra, senza distinzione alcuna di sesso e razza. Bisogna affrontare una stradina in salita coperta da 1 metro di neve senza scivolare, la situazione inizia a farsi difficile. TUTTI i norvegesi mi superano e arrivano alla meta nel giro di due minuti. Li raggiungo anch'io, dopo aver rischiato la vita 10 volte e aver lesionato le ginocchia con quei preziosi 8 litri.
Ore 17.15: assegnazione random dei letti e dei divani. Ovviamente arrivo per ultima e i letti sono già tutti occupati.
Ore 17.20: si stappa la prima birra.
Ore 17.30: BONG!
Ore 17.32: avanti con la bevuta.
Ore 17 e qualcosa: preparazione cena (ovviamente, la bottiglia di birra non si abbandona).
Ore non mi ricordo: BONG!
Poco dopo: mi rendo conto di avere freddo ai piedi e di essere senza calzini di lana, rubo un calzino alla mia amica. Foto a caso. Cerco il bagno nello scantinato e noto che le case norvegesi hanno le rocce. Altre foto a caso. :D
Prima di cena: BONG!
Cena: per i vegetariani ci sono patate e carote lesse con una salsa buonissima. Almeno così sembrava.
Dopo-cena: birra.
Più tardi: battesimo. Purtroppo non posso rivelare niente di ciò, ho giurato fedeltà durante il rito. Posso solo dire che è tanto divertente quanto scioccante. Ora sono iniziata ad una confraternita. Fiiiiiiiiigo!
Non sono neanch'ora le 23: BONG! (Di martini).
[...]
Durante la serata: la mia amica si toglie i calzini. Io vado a fare altre foto alle rocce e faccio amicizia con loro.
Ora random: vado a dormire.

Giorno 2

Ore 8: sveglia a suon di pentole sbattute e grida da chi è ancora marcio dalla sera prima. La colazione offerta dalla casa consiste in uova e bacon, rifiuto l'offerta e torno a dormire.
Ore 10 circa: mi sveglio di nuovo, non vado giù sennò devo aiutare gli altri a pulire. Trovo una bottiglietta d'acqua e mi lavo i denti dalla finestra. NON ERA ACQUA, ma funziona lo stesso.
Colazione: birra e una patata lessa.
Durante la mattinata: passeggiata sulla neve, battaglia violenta a palle di neve con tanto di trincee, paesaggi mozzafiato, foto alla maniera dei turisti giapponesi. La neve riflette la luce in un modo assurdo, mi pento di non avere con me gli occhiali da sole, sopprattutto doo un inverto molto ma molto buio. Birra.
Pranzo: pane, carote e patate lesse del giorno prima. Birra.
Pomeriggio: chilling out with chips, mexican spicy sauce, beer and Norwegian tales. Discussing about the deep meaning of the song "oppi fjellet" with a Norwegian black metal girl. Beer.
Cena: squisita zuppa d'aglio e riso al peperoncino. Birra.
Durante la serata: birra.
Durante la serata 2: parlo con un norvegese e lo convinco di essere tedesca (continua a crederci). La mia amica trova una felpa a forma di panda e la indossa. Birra e Jäger.
Durante la serata 3: passeggiata sulla neve. Il panda beve la Jäger. Io e la mia amica panda, ricordandoci delle considerazioni sulla canzone degli Storm andiamo a caccia di cristiani "oppi fjellet".
Momento di devozione e adorazione della neve che condinua a cadere e della Norvegia che ci offre un inverno true. Foto alla turista giapponese 2. Troppo, troppo, troppo bellooooooo!
Nel frattempo all'interno della baita: gente canta e balla, si ride e si scherza, ci si spoglia e ci si scambiano i vestiti, ci si abbraccia, ci si salta addosso, si gioca a carte. I norvegesi buttano fuori tutto il loro amore per l'umanità che celano quando sono sobri. Birra.
A serata inoltrata: [...].
A serata inoltrata 2: mi sveglio su un divano in soggiorno, qualche anima buona mi ha munita di una coperta. La testa gira, guardo la gente euforica cantare canzoni dei Queen. Un ragazzo mi da una birra e brinda alla tipica maniera norvegese, urlando "skååååååååål!".
Dopo 10 minuti: crollo dal sonno e vado a dormire.

Giorno 3

Tutti sono troppo distrutti per venire a svegliarti in modo brutale.
Ore 11: mi alzo, non so in che condizioni. Mi lavo i denti fuori dalla finestra. Mi dimentico che nella bottiglietta d'acqua non c'era l'acqua e bestemmio.
Ore 11.15: inizio a sistemare il macello. I norvegesi bevono ancora. Noto che qualche persona mentalmente instabile si è portata dietro un obiettivo reflex apparentemente costoso e ha avuto il coraggio di lasciarlo in giro. E' intatto. E' norvegese: funziona sempre e non si rompe.
Ore 13.00: non finisco di sistemare il macello.
Ore 13.05: oppi fjellet.
Ore 13.10: neuroni goodbye.
Ore 14.00: aspetto il bus in compagnia. Le macchine non passano. Norvegesi ubriachi bombardano di palle di neve altri norvegesi ancora più ubriachi.
Ore 14.30: arriva il bus.
Ore 14.40: una norvegese deve scendere a causa di un estremo bisogno di andare alla toilette.
Ore 16.00: arrivo a casa.
Ore 16.10: preparo un po' di patate.
Ore 16.30: finalmente, dormo.


Hansatur

Visita alla più nota e probabilmente unica birreria di Bergen.

Ore 8.10: ritrovo e partenza.
Ore 8.50: arrivo.
Ore 9.00: inizio visita alla birreria.
Ore 9.40: fine visita birreria.
Ore 9.45: inizio del rinfresco. Abbiamo a disposizione un frigo di birre dalla quale possiamo attingere senza limiti. Birra moooolto buona: pilsner, stout, speziata, sidro... La gente non si pone limiti e si serve in abbondanza.
Ore 10.00: la "guida" ci mostra un power-point sulla storia della birra Hansa e della birreria. La gente potrebbe anche sembrare interessata. Qualcuno fa delle domande per tenere impegnato il tizio ed avere più tempo per bere.
Ore 11.00: la gente cammina storta.
Ore 11.30: salto al negozio di souvenir. Penso al fratello in Italia che si perde tutto questo e gli compro un presente. Ci si avvia verso il ritorno.
Ore 13.30: arrivo a casa.
Ore 17.00: primo esame per il corso di guida turistica XD.


"Rifaresti tutto ciò?" DECISAMENTE SI

Saturday, March 17, 2012

Ja, jeg elsker dette landet! (cit.)

Un anno fa circa, vincevo il bando per l'erasmus a Bergen. Un anno fa circa, il mio entusiasmo saliva di giorno in giorno. Un anno fa circa, avevo iniziato a fare il conto alla rovescia e a progettare il mio futuro in un altro paese.
Avendo la consapevolezza di partire, forse per sempre, di poter finalmente dire addio a tutto quello che non riuscivo più a sopportare, percepivo il tempo come se stessi di fronte ad una clessidra enorme, ad ascoltare lo scorrere infinito dei granelli di sabbia.
Vivo qui da 7 mesi e non tornerò indietro. Non in Italia. 
Perchè? Beh... Io in Italia credo di esserci nata proprio per sbaglio, non c'è niente (o quasi) che mi faccia sentire italiana. Solo otto lettere sul passaporto e sulla carta d'identità. Amo la natura, passeggiare nei boschi, il freddo, la neve, il buio... Odio il sole e il caldo, non sopporto proprio l'estate. Mi piacciono queste piccole città fuori dal mondo, con poca gente, ordinate e sicure, con le casette di legno che mi fanno pensare ad un paesaggio fiabesco. Mi piacciono le persone oneste, che ti rispettano e non ti chiamano solo quando gli fai comodo, capaci di parlare l'inglese anche se non è la loro lingua madre, tranquille e riservate, che non urlano per parlare e non sono invadenti, che non passano le giornate a lamentarsi e basta. Mi piace andare all'università e trovare tutto che funziona, risolvere i problemi in mezz'ora, trovare segretarie disponibili, gentili e preparate. Mi piace poter lavorare poco e guadagnare tanto in modo da avere il tempo di studiare. Mi piace essere considerata una persona intelligente che può migliorare la società invece di origliare il binomio "studente = costo". Mi piace vivere in una società aperta ai cambiamenti, dove non fa scandalo vedere coppie omosessuali e genitori single. Ma soprattutto, amo la "follia" dei norvegesi di non avere paura di divertirsi e se ne fregano di quello che pensa la gente su di loro.

Dopo questa "piccola" parentesi... Cos'è cambiato da un anno a questa parte? Tantissimo, ovviamente. Prima di tutto me stessa. Ho preso una nuova strada. Sono entrata in sintonia con uno stile di vita diverso. Sono cambiati molto la mia mentalità e il mio punto di vista. Non che prima fossi una bigotta vecchio-stampo, ma avendo vissuto due realtà completamente differenti ho capito che la normalità non esiste, è solo un insieme di abitudini e regole dettate da un gruppo più o meno omogeneo di persone.
Ho imparato a vivere da sola e ad arrangiarmi. Ho veramente capito che i beni materiali valgono poco - niente, che il clima "casalingo, famigliare" si può ricreare anche da soli, durante una domenica pomeriggio passata a cucinare carote e patate e a guardare, fuori dalla finestra, il buio che avanza. L'unica cosa che mi manca è un micio. Ho realizzato che non è fondamentale avere una cucina coi fiocchi quando tutto il resto va bene. Anche la pasta al ketchup è buona, soprattutto per la sua capacità di farti sentire così non-italiano!
E' cambiato il mio modo di comportarmi, a vedere tutta questa gente civilizzata e precisa ti viene da comportarti come loro e ti senti in colpa anche se ti cade una carta dalla borsa e la lasci per terra!

E intanto sono 8 mesi che vivo qui, ma più si vive bene più il tempo passa veloce. L'altro giorno mi strizzavo il cervello per trovare qualcosa di negativo, ma ho fallito. Qualcosa che manca e che potrebbe rendere la Norvegia ancora più perfetta? Ci penserò.
...ed è impossibile non innamorarsi di un paese come questo.

"Ja, jeg elsker dette landet!" (Bjørnson).

Sunday, January 29, 2012

Università ed esami

Una delle domande che mi vengono fatte più di frequente da amici e altri studenti interessati a fare l'erasmus qui è: "sono facili gli esami in Norvegia?". La risposta è: "dipende da voi". Sembra stupido ma è così.
La prima cosa da prendere in considerazione il vostro livello di inglese. Io non ho avuto problemi ma ho il C1, credo che almeno un B2 sia necessario per seguire le lezioni e riuscire a studiare. Non è difficile ma richiede più tempo non essendo la mia lingua madre. Frequentare i corsi in norvegese dev'essere la cosa migliore, se lo studiate già. Io purtroppo non ne ho avuto la possibilità, visto che nella mia università si insegna pure serbo-croato ma non c'è l'ombra di qualche insegnamento di lingue e culture scandinave. Ho iniziato a studiare il norvegese un po' per conto mio, prima di partire, ma con scarso successo e in modo discontinuo. Da quando mi sono trasferita in Norvegia mi sono messa più seriamente e nel giro di 5 mesi ho passato il livello Trinn2, equivalente al B1. Ora sto frequentando il Trinn3 e non lo trovo particolarmente difficile. Ovviamente è più facile apprendere il norvegese in Norvegia, lo impari a forza di sentirlo da tutti i cantoni!

A lezione ci sono pochissimi studenti, io non ne ho mai avuti più di 15 per corso! Molte volte ci si ritrova a fare lezione in 7-8 e si impara molto. E poi da noi vogliono chiudere i corsi perchè 30 iscritti sono troppo pochi -.-.
Il rapporto alunno-insegnante è completamente diverso rispetto all'Italia. Qui i professori non trasmettono quell'aria di "superiorità" nei confronti del genere umano, non esiste la forma di cortesia quando si parla faccia a faccia, ti considerano sul loro stesso livello e ci si da tranquillamente del "tu".
I corsi qui sono tutti da 10 o 15 crediti, che sono molti però il carico di studio (almeno per come ero abituata a studiare io) non è eccessivo. Questo va a vostro vantaggio se in Italia vi riconoscono tutti i crediti. Per me non è così purtroppo, visto che i miei esami sono tutti da 6 e 9 crediti.

Una cosa positiva, mooolto bella (almeno per me) è che qui gli esami sono quasi tutti scritti e non esiste l'accoppiata scritto-orale! Quindi non arrivi a fare l'esame essendo più nervoso di una donna in menopausa.
Gli scritti durano dalle 4 alle 6 ore. Ovviamente è tutto organizzato alla perfezione e funziona tutto e si inizia puntuali. Si scrive su carta-carbone con 3 fogli in tutto, una delle copie rimane a te. Io credo che questa sia una cosa molto onesta, se hai qualcosa da contestare hai qualcosa che può provare quello che hai scritto... Si, in Italia siamo lontani anni luce!
La maggior parte degli studenti riesce a passare gli esami. Di solito i professori non sono qui per bocciare e, comunque, ci sono tre possibilità di provare a fare un esame senza dover ripetere il corso, quindi non si va a fare un esame sperando in un colpo di fortuna o solo per "vedere com'è".
I voti vanno dalla A(il massimo) alla E(il minimo), l'equivalente in trentesimi cambia da università in università, anche se secondo me dovrebbero essere uguali per tutti...

Una cosa che mi manca è il vecchio libretto cartaceo (ma non tutto quello che ci sta dietro). Non è necessario perdere una giornata e la sanità mentale per registrare un voto, è tutto affidato alla segreteria che lo registra nella pagina personale nel sito dell'università (che funziona e non viene sospeso ogni settimana per attività di manutenzione).
Però mi piacerebbe prendere in mano il mio libretto e rallegrarmi la serata dando uno sguardo a tutti gli esami fatti, tanto per ricordare a me stessa di aver fatto qualcosa in questi anni di università e per far spuntare un po' di soffisfazione personale...